sabato, febbraio 13, 2010

Padova, la Città del multiculturalismo

Tanti sono coloro che si stupiscono dinanzi alla resistenza della città di Padova all’estensione del fenomeno “Lega” nel Veneto. In effetti, la regione è risaputa quale il bastione del partito conservatore e regionalista di Umberto Bossi, il quale, sbalorditivamente, è riuscito nel giro di pochissimi anni a farsi capire dagli italiani a prescindere dal fatto che siano del sud o del nord Italia. A credere tanti italiani, la scorsa elezione dell’attuale Premier Silvio Berlusconi è da attribuire all’utilitaristica alleanza di circostanza che quest’ultimo ha siglato con la Lega Nord. Si può affermare senza tentennare che il Veneto è fondamentalmente leghista e che molto probabilmente lo rimarrà ancora per tanti anni, se non decenni. Tuttavia, giova notare che la main mise dei verdi sul Veneto non è totale. Ci sono delle città che ancora resistono, tra le altre Padova in mano al centro sinistra, dove c’è un incredibile flusso d’interazioni dinamiche tra le varie realtà sociali presenti nell’arena cittadina. 
È vero, Padova è una città che si sta trasformando a un ritmo vertiginoso dal punto di vista dell’avvicinarsi tra italiani e stranieri, specie africani. Basterebbe censire le associazioni che organizzano conferenze e varie attività, al fine di accelerare la diffusione di una nuova cultura di apertura verso realtà rimaste completamente ignote fino a qualche anno fa. Tale progressiva rivoluzione non è da considerarsi, tuttavia, un fatto spontaneo o fortuito. No. Esiste una volontà manifesta e strutturale del comune di Padova a fare della Città una piattaforma reale e dinamica dove italiani e stranieri possano vivere e convivere senza che gli uni e gli altri debbano discriminarsi vicendevolmente su basi razziali, linguistiche, culturali, e cosi via. 

Il sindaco, Flavio Zanonato, e i suoi consiglieri, l’hanno dimostrato negli anni precedenti e ancora continuano a dimostrarlo attraverso una politica costante di promozione di innumerevoli eventi e incontri culturali inclusivi, destinati a far interagire direttamente gli italiani e gli africani. La promozione nella Città del film Invictus da attribuire personalmente al Sindaco Zanonato, nonché la cena offerta dallo stesso Zanonato, il giovedì 28 ottobre 2010, alla nostra associazione CUI presso il ristorante greco la Plaka, ne sono dei segni abbastanza vivi. 


Alla cena erano presenti non solo il Sindaco ma anche i consiglieri Nona e Guiotto e altri loro collaboratori i quali hanno condiviso un bellissimo momento di scambio fraterno con i membri della CUI e dell’Associazione Togo di Padova. Questo gesto o simili che intendiamo salutare ed erigere a icona da emulare, non solo dai rappresentanti pubblici ma anche da qualsiasi cittadino, si inseriscono pienamente nella logica di apertura e di multiculturalismo che si intravede nelle mosse del comune di Padova. Si possono citare tanti altri esempi del genere che dimostrano perfettamente l’evoluzione culturale insita all’integrazione nella Città di Padova. 
Tra gli altri, la complessa battaglia, avviata tra le varie obbedienze politiche rappresentate al Consiglio comunale di Padova per la messa in piedi effettiva della Commissione immigrati. Si tratta di un organo, rappresentativo dei soggetti non aventi il diritto di voto in generale, che il Consiglio comunale potrebbe consultare per avere dei pareri su questioni riguardanti l’amministrazione della città, aventi delle incidenze sulla popolazione. In altre parole, s’intendono tutte le comunità presenti a Padova ma che non siano dell’UE. La creazione della siffatta Commissione è sancita da una direttiva della Comunità Europea che tutti gli Stati dell’UE dovrebbero attuare all’interno dei propri territori. In Italia, tanti comuni così come Padova stentano ad attuarla o per trascuranza o per l’opposizione e la resistenza di alcuni partiti circa le modalità concrete di attuazione. 
Oggi però, è cosa fatta : l’amministrazione di Zanonato tramite due suoi particolari consiglieri è riuscita a strappare l’avallo del Consiglio comunale circa la messa in piedi effettiva della Commissione Stranieri che oggettivamente offrirebbe ai non Europei la possibilità di farsi rappresentare. 
Noi dell’Associazione CUI, auspichiamo veementemente che le difficoltà operative rimanenti vengano superate per un’organizzazione esemplare delle prime elezioni per i cittadini non-UE della nostra città. 

Ekue Grace

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