sabato, marzo 19, 2011


Immigrazione : Sotterfugio del Governo e  ipocrisia del popolo 





Una delle questioni più calde del momento, oltre al crollo milanese del Premier,  è senz'altro la problematica dell'accoglienza dei migranti africani in Italia. Il governo parla di emergenza. I sindacati e le varie componenti della società civile scandiscono slogan solidali nei confronti degli immigrati impropriamente chiamati "profughi".

In realtà, i "profughi" sono uno straordinario miscuglio tra veri profughi aventi scappato dall'instabilità nord-africana e ordinari migranti che da tempo cercavano di raggiungere la costa italiana, permanente traguardo per tanti cittadini africani.  Ora, la via sembra libera, non tanto per la guerra in Libia ma per l'inesistenza della guardia costiera libica nonché per lo scarso funzionamento del Frontex. In effetti, prima dell'attacco contro la Libia da parte degli alleati occidentali su mandato delle Nazioni Unite, la marina libica riusciva perfettamente a contenere il flusso migratorio verso le frontiere meridionali dell'Europa. Ora invece, le cose sono cambiate. Il meccanismo libico di vigilanza marina anti-immigrazione è inesistente. Gli accordi italo-libici, pur non essendo stati denunciati da nessuna delle due parti contraenti secondo l'iter vigente nelle relazioni internazionali, sono rimasti lettera morta. I nord africani non smettono di sbarcare a Lampedusa secondo un ritmo oramai ritenuto ufficialmente non gestibile dallo Stato italiano. L'aspetto sbalordivo della vicenda è semplicemente il fatto che il governo stesso, molto tempo prima della guerra contro la Libia, fosse già al corrente di quanto sarebbe successo. All'inizio del 2011, ben due volte, abbiamo sentito la Lega affermare che sarebbero arrivati in Italia circa 300.000 persone dal Nord Africa. Come hanno fatto gli esponenti di quel partito e del governo italiano a sapere che la Libia sarebbe stata attaccata ? E' proprio qui che osserviamo la collusione tra l'impresa imperialistica e l'ideologia della democrazia. Quello che mi interessa mettere a fuoco qui non è tanto gli istigatori di quella sporca aggressione quanto la co-responsabilità diretta dell'Italia insieme alla Grande Bretagna, gli Usa, e l'Europa nella strage libica. 

Già dal giugno 2009 i servizi britanici, francesi e tanti "encadreurs militaires" americani erano in Libia per l'addestramento, il rifornimento logistico, l'inquadramento dei "ribelli" e la pianificazione delle operazioni sovversive. I paesi dell'asse trilaterale Usa-Ue-Giappone, essendo i veri artificieri a tutti i sensi della guerra contro la Libia, sapevano dunque perfettamente che l'aerea mediterranea sarebbe stata scompigliata. Giunto il momento, perché non assumere semplicemente le proprie responsabilità accogliendo  questi migranti e risparmiando al popolo " bravo ignorante" un'altra bugia inutile ?  La questione non riguarda solo l'Italia, bensì, tutti i paesi del Sud dell'Europa che hanno partecipato al complotto contro la Gheddafi. Il caso della Francia sembra ancora più grossolano. Nonostante tutti i quegli anni di neocolonialismo feroce al Sud del Sahara, nonostante tutti quegli omicidi politici, nonostante l'uccisione sistematica e continuativa dei veri simboli del rinascimento dei popoli africani, nonostante tutti quei golpi concepiti, finanziati e eseguiti all'ombra, nonostante tutte quelle continue violazioni dello spirito e dell'espressione di libertà dei neri d'Africa, quel paese dell'Europa, autoproclamata  la "patria dei diritti dell'uomo" o "la prima figlia della Chiesa", ha osato minacciato l'Italia e persino l'intera Europa  di sospendere lo Schengen se le venisse chiesto di accogliere i migranti nord-africani. Che cinismo? Eppure l'Italia gliel'ha apparentemente concesso alla sorella francese, ritrovandosi quasi da sola a fronteggiare la questione. Se questa è stata la linea decisa dal governo durante il Summit dei capi, il tornaconto incassato avrebbe dovuto portare Berlusconi e compagnia ad assumersi la propria responsabilità, sistemando i migranti  senza cercare di sfruttare la loro presenza a fini elettorali. Invece, siccome di fatto, martoriare e avvilire l'africano è oramai diventato il nuovo diritto "umano" degli europei o dei bianchi in generale, ci tocca assistere di nuovo a una vasta campagna mediatica destinata a stigmatizzare i "poveri africani" e a accrescere la quota elettorale di alcuni partiti. 


Le questioni che mi vengono in mente e cui ogni italiano dovrebbe tentare di dare una risposta sono le seguenti :  Perché così tanto odio per l'immigrato, mentre contemporaneamente l'uso del concetto Integrazione va crescendo ?  Se l'immigrato a nessuno interessa, e se alcuni italiani non riescono nemmeno a sedersi vicini a un immigrato sul mezzo pubblico, perché allora continuiamo a lamentarci del fatto che le realtà immigrate si ghettizzano? 


Ekue Grace. 

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