lunedì, marzo 15, 2010

Sciopero dei migranti, primo passo per me

Cos’è stato per me questo primo marzo e il relativo sciopero degli stranieri? Non posso fare a meno che scrivere soltanto la mia esperienza, purtroppo, mettendo a nudo e scusate se mi ripeto, purtroppo, la mia indifferenza e ignoranza per la situazione, provando anche un po’ di vergogna. Non sono una persona particolarmente impegnata in una causa specifica e sto facendo solo ora i miei primi passi con la C.U.I. Sì, sapevo dello sciopero, e no, non ho partecipato. Ora, però, ho letto qualche articolo qua e là in Internet, e vedo che l’impegno è stato davvero tanto, sia da parte degli organizzatori, sia dei partecipanti. Rintraccio negli articoli letti in alcuni siti e nella scarsità di articoli pubblicati online da altri (ho trovato pochi articoli sui più importanti quotidiani italiani) due correnti: una è quella della classe di persone a cui appartengo, l’altra è quella della classe di persone a cui vorrei appartenere.
La prima si ferma all’informazione “esiste lo sciopero degli stranieri”, non dedica troppo spazio a questa notizia e passa avanti. L’altra corrente riconosce l’evento e ne amplia il suo significato. Lo vive come traguardo intermedio di un percorso iniziato non da troppo tempo, ma che si sta costruendo e sta definendo i suoi obiettivi sempre più chiaramente.
Il primo marzo 2011 è stata la seconda manifestazione in Italia dedicata allo sciopero dei lavoratori immigrati per ribadire i loro diritti. A Padova, scopro che il primo marzo è stata la conclusione decisiva di cinque giornate di proteste organizzate al fine di reclamare i diritti di migranti truffati durante la procedura della sanatoria del 2009 che rischiavano pertanto di essere espulsi. Questa mobilitazione ha portato la prefettura a riconoscere “speciale” la situazione di questi migranti, in un certo senso tutelandoli.
Sono 4,5 milioni i lavoratori stranieri in Italia, una fetta importantissima per il nostro paese. E finalmente anche loro si sentono in diritto e in dovere di farsi sentire, pur essendo in una condizione ricattabile per il permesso di soggiorno. Mi sembra davvero un segnale importante di integrazione. Un primo piccolo passo in cui, chi si è sempre sentito ospite, ora si sente utile e degno di essere riconosciuto.
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Sara Corona

Per chi vuole avere maggiori informazioni segnalo il sito degli organizzatori dello sciopero:

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